La App che vi permetterà di visitare tutte le chiese delle parrocchie di Salò ed in particolare vi guiderà alla scoperta delle tante opere custodite
all'interno del Duomo. Un viaggio tra arte, fede e cultura, lungo diversi secoli che ci aiuta a comprendere ciò che vediamo ogni giorno,
guardando alle opere ed ai luoghi con gli occhi di chi li ha pensati, di chi li ha realizzati e anche di chi, nei secoli successivi ha raccolto
quell'eredità per restaurarla, o semplicemente per renderla nuovamente disponibile alla contemplazione dei residenti e dei pellegrini.
La grande chiesa, sebbene trasformata in epoche successive, presenta ancora oggi un elevato grado di leggibilità delle sue antiche strutture. E' stata realizzata, infatti, a tre navate, con crociere poggianti su dodici colonne cilindriche di pietra grigia, proveniente dalle vicine cave di Seasso, con zoccolature a base ottagonale, completate da capitelli a foglie grosse e con un cappello di forma ottagonale.
Continua a leggereLa fase originaria, di cui rimangono la parete est della seconda e terza cappella laterale, torre campanaria, apertura del campanile sull'abside, risale al XIV sec.
Tra il 1614 ed e il 1888 sono stati fatti diversi lavori interni, per il ricavo della nicchia nella prima cappella laterale sinistra (partendo dall'ingresso) e la posa del fonte battesimale, nonché l'allargamento e l'innalzamento della aula e del presbiterio, edificazione dell’altare maggiore in marmo, in sostituzione al precedente altare in legno e mattoni e la realizzazione della nicchia per la Madonna, contenente la nuova statua di S. Maria regina del Rosario.
Il fabbricato attuale, a pianta rettangolare culminante absidata, è orientato verso ovest. La facciata, avente sommità a doppio spiovente, presenta portale lapideo completo di stipiti e architrave e rosone soprastante.
Continua a leggereLa chiesa parrocchiale di Sant'Antonio di Padova si trova nel centro abitato di Villa, frazione del comune di Salò. Il fabbricato di fattura novecentesca, a pianta rettangolare culminante absidata orientata verso nord, si rifà a delle linee secentesche.
La chiesa veniva consacrata il 17 ottobre del 1914, alla presenza del vescovo monsignor Giacinto Gaggia. Si legge nella visita pastorale interessata che "la sera del giorno 16 ottobre Monsignor Vescovo si recava a Villa di Salò per la sacra visita pastorale e la consacrazione della nuova Chiesa parrocchiale. Ricevuto dal reverendo clero, autorità e popolo si porta nella Chiesa parrocchiale per la funzione d'ingresso e il saluto al popolo... la mattina del 17 ebbe luogo la consacrazione della parrocchia".
Nel XVI sec. la chiesa, dedicata all’Assunzione, formava parte integrante del Convento del Carmine. Entrambi furono fondati nel 1527 dalla congregazione carmelitana di Mantova, ad est della città, con il beneplacito del Vescovo di Brescia Paolo Zane.
Con la soppressione del convento, nel 1810, il fabbricato passò, per acquisto di proprietà, al dottor Andrea Pollotti e, in seguito, all’Istituto Orfanotrofio femminile, insediatosi nel 1864.
La chiesa e il campanile vennero demoliti tra il 1878 e il 1879 per far posto alla nuova strada per la Riviera. Al suo posto venne costruito l’attuale tempio.
Il fabbricato, a pianta rettangolare culminante absidata, è orientato verso est. La facciata, avente registro unico culminante a doppio spiovente con finti archetti e peducci, è delimitata da lesene laterali. L'intero ordine presenta decorazione a fasce colorate alterne.
Continua a leggereLa chiesa di Sant’Antonio di Padova è stata costruita nel 1646, per iniziativa privata del Comune, sopra l’area di proprietà della famiglia Porcelli, in prossimità delle mura costruite all’epoca dal feroce Ezzelino da Romano.
Il fabbricato, a pianta rettangolare di piccole dimensioni, è orientato verso sud. La facciata, avente registro unico privo di timpano, presenta sugli spigoli decorazione in intonaco a finto cantonale.
Il campanile a pianta quadrata, collocato sul lato nord dell'edificio, presenta in sommità quattro aperture ad arco a tutto sesto, cornicione e copertura a padiglione.
La chiesa fu eretta in Fossa (l’attuale piazza Vittorio Emanuele II), dalle monache visitandine, che erano state richieste dalla comunità salodiana al monastero di Arona per costituire nella Riviera benacense un riferimento idoneo alla formazione della gioventù femminile. Prioritariamente venne costruito il monastero (1712) e le monache si servirono, nel periodo della sua edificazione, di una piccola cappella provvisoria a loro riservata. Nel novembre 1715 il vescovo di Brescia card. Giovanni Francesco Barbarigo potè consacrare una nuova chiesa (l’attuale) che fu aperta anche alla partecipazione dei fedeli.
Progettista della chiesa è l’architetto Antonio Spazzi (Valle d’Intelvi 1663 – Salò 1733), la chiesa venne probabilmente costruita su palafitte perché il lago, fino ad un secolo prima, entrava ben oltre la metà dell’attuale Piazza Vittorio Emanuele II. Per questo motivo era chiamata anche Fossa (Fovea).
La facciata, disegnata nel 1725 dallo Spazzi, venne realizzata solo a partire dal 1825 per opera del salodiano Romualdo Turrini che, rispetto al progetto originale, aggiunse quattro nicchie nelle quali fece collocare le statue, in marmo bianco di Negrar, di S. Agostino, S. Francesco di Sales, Santa Giovanna Francesca di Chantal e Santa Margherita Maria Alacoque, opere di Giovanni Fantoni da Bedizzole.
Continua a leggereIl "Diario di Salò", di autore anonimo, afferma che la chiesa di San Giovanni Decollato fu edificata nel 719. Un coevo manoscritto afferma che si tratta della chiesa più antica della città (?) come "dimostra l'anno 770 d.C., in cui fu dipinta l'immagine di Maria Vergine, eseguita dietro la porta principale".
Nel XVI, subito dopo la visita pastorale di San Carlo Borromeo, la chiesa fu ristrutturata perdendo gli affreschi che la decoravano. In occasione di quell'intervento la chiesa passò sotto il patronato dei Cavalieri di Malta.
Nel 1727 la chiesa subì una ulteriore trasformazione: il vialetto anteriore venne chiuso e la facciata ostruita da un fabbricato.
Il fabbricato è orientato verso nord est. Il prospetto principale è rimasto inglobato nella cortina urbana nel XVIII sec., di seguito alla chiusura del vialetto antistante. La facciata laterale si presenta asimmetrica e articolata in diversi piani. Su questo alzato si riscontra la presenza di tre finestre, una a tutto sesto e le altre due polilobate, e di specchiatura con all'interno una raffigurazione affrescata.
Intorno al 1440 c'era già nella città una chiesa dedicata a San Bernardino, detta della Disciplina, situata in Borgo Belfiore e ricordata dallo storico Gratarolo. Tuttavia "per istanza degli abitanti del Borgo occidentale, accolta Ducale 24 gennaio 1476, si dava mano ad un'altra chiesa, l'attuale San Bernardino...".
La chiesa fu interamente ristrutturata dopo essere stata colpita dal terremoto del 1901. Nel 1910, probabilmente anche a causa delle infiltrazioni di acque piovane e insufficiente manutenzione, crollò il tetto della navata. Il crollo determinò la decisione di ridurre di circa un terzo la lunghezza della chiesa. In questo modo la fabbrica acquistò la configurazione attuale e nel ottobre dello stesso anno venne riconsacrata.
Il fabbricato, a pianta rettangolare culminante absidale, è orientato verso nord. La facciata, avente registro unico coronato da doppio spiovente completo di archetti e peducci, è delimitata ai lati da due nicchie e altrettante lesene sovrapposte. In mezzeria si riscontra la presenza di portale lapideo di accesso all'aula e di soprastante rosone.
Continua a leggereLa Chiesa di San Giuseppe è il più recente edificio religioso di Salò, essendo stata consacrata nel 1964 al nome del padre putativo del Redentore, connotato come “lavoratore”. L’edificio sorge all’incrocio tra via Bongianni Gratarolo e viale M. E. Bossi, su un’area donata dalla benemerita salodiana Ida Lancellotti ved. Caldirola.
La circostanza è attestata dall’iscrizione posta all’ingresso della chiesa: “Su terreno donato dalla signora Ida Lancellotti ved. Caldirola, la prima pietra di questo santuario fu posta il XIX marzo MCMLXII nel XXV di sacerdozio dell’Arciprete Domenico Bondioli. Il 1° maggio MCMLXIV, S. E. Mons. Giacinto Tredici, arcivescovo di Brescia, lo dedicò a San Giuseppe lavoratore, al servizio dei villaggi realizzati per la comunità parrocchiale dalla Cooperativa “La Famiglia – Salò”.
La Chiesa di San Giuseppe è molto capiente ed ha una organizzazione architettonico – funzionale diversa rispetto a quella delle altre chiese salodiane, come peraltro indicato dalla riforma liturgica conciliare. Presenta una pianta ad una sola navata, nella quale si innestano a lisca di pesce gli ambienti accessori della sacrestia e dei confessionali. La facciata è sobria, essenziale e realizzata con materiali diversi. La facciata sinistra è rivestita in pietra squadrata. Alla sommità spicca una croce stilizzata di notevoli dimensioni. L’edificio è ricoperto da un tetto a capanna in calcestruzzo, con travi in legno visibili nell’intradosso. A sinistra dell’ingresso è stato realizzato un soppalco ligneo cui si accede tramite una scala aperta.
Continua a leggereLa chiesa appartiene inizialmente al convento delle suore Benedettine fondato nel XV sec. Chiesa e monastero ospitarono le monache di clausura sotto le regole di Sant’Agostino.
Nella seconda metà del XVI sec. Il sito di San Benedetto fu acquistato dal conte Sebastiano Lodrone per la Congregazione dei chierici regolari somaschi.
Nel 1671 chiesa e monastero furono acquistati dai Frati minori di San Francesco di Paola (o Paolotti) i quali ampliarono il fabbricato, il portico ed il primo piano. Anche la chiesa venne ingrandita e decorata.
Passato al Demanio, il vecchio monastero e la chiesa caddero in completo abbandono, finché la chiesa venne per due terzi demolita.
Passata in proprietà alla famiglia Raggi, all'inizio del XX sec. venne, a cura di Monsignore Pietro Raggi, rimessa in sesto e decorata internamente con tre altari e riaperta al culto.
Il fabbricato, orientato verso est, si apre su una piazzetta adiacente alla via omonima. La facciata, che in pianta ha un andamento mistilineo con spigoli concavi, si presenta con linee architettoniche settecentesche.
Continua a leggereUn decreto emesso da San Carlo Borromeo nel 1580, in occasione della nota visita apostolica a Salò, prescriveva che “in oratorio sine nomine in Conti Riparium Salodii nimis angusto ne celebretur et infra tres dies, altare tollatuir”. L’oratorio senza titolo e troppo piccolo venne, dunque, sconsacrato ed abolito. Si ignora dove si trovasse il piccolo santuario lungo la via Rive. Qualcuno, e fra questi lo storico salodiano Donato Fossati, ipotizza che il sacello si trovasse sul posto ove, a distanza di circa centocinquant’anni, venne eretta l’attuale chiesetta dedicata alla Madonna delle Rive, comunemente denominata “della Madunina”.
Il fabbricato, a pianta rettangolare, è orientato verso ovest. La facciata, avente frontone triangolare, presenta registro unico delimitato da due lesene.
Il campanile a pianta quadrata, collocato sul lato ovest dell'edificio, presenta in sommità quattro aperture ad arco a tutto sesto, cornicione e copertura a padiglione.
Tra il 1880 e il 1893 sono stati eseguiti i lavori per la ricostruzione della chiesa e del campanile: modifica totale della struttura originaria; allungamento dell’aula e abbattimento e ricostruzione della sagrestia.
Il fabbricato, a pianta rettangolare, è orientato verso sud. La facciata, avente frontone triangolare completo di acroteri in corrispondenza delle linee di colmo e di gronda, è composta da registro unico.
Il campanile a pianta quadrata, collocato sul lato ovest dell'edificio, presenta in sommità quattro aperture ad arco a tutto sesto, cornicione e copertura a padiglione.
La chiesetta di Sant Firmina sorse come piccolo oratorio annesso alla casa di proprietà di Antonio Bresciani di Salò. Il periodo di costruzione della chiesa si colloca tra il 1745 e il 1748. Tra il 1903 e il 1904 il bene è stato acquistato tramite asta pubblica (18 dicembre 1903) e, successivamente, restaurato e donato alla parrocchia.
Il fabbricato, a pianta rettangolare, è orientato verso ovest. La facciata in muratura laterizia a vista, avente piccolo frontone curvo completo di acroterio in corrispondenza della linea di colmo, è composta da doppio registro scandito da lesene.
Continua a leggereEsternamente l’edificio presenta un prospetto a doppio spiovente, con un portale architravato in pietra, sul quale è incisa una raffigurazione attestante la nascita di Papa Adriano VI (?) nel paese di Renzano e ne indica la successione a Leone X, un anno dopo la morte: “ADRIANI VI PO (INTIFICI) M (AXIMI) RENTIANI PAT (RII) AN (NO) POST LEONE X MDXXII”. Da questo accesso si passa in un’aula unica, il cui spazio è scandito in due campate da archi trasversali, sostenenti la copertura a travi lignee e tavelle in cotto decorate. Il presbiterio è di forma rettangolare, con copertura costituita da una volta a crociera. L’interno presenta affreschi eseguiti, per la maggior parte, fra l’inizio ed il terzo decennio del XVI sec., come attestano le date riportate sulla cornice.
Continua a leggereLa chiesa della Madonna del Rio sorge sulle rive del fiumicello Brezzo, a nord del centro abitato di Salò e della frazione di Renzano. Il fabbricato è a pianta rettangolare. Il prospetto principale presenta portico con frontone triangolare sorretto da tre arcate. Al suo interno si riscontra la presenza di portale lapideo completo di stipiti e architrave. Sopra di esso e ai lati, si trovano rispettivamente un rosone e due finestre rettangolari. Oltre a queste aperture, il prospetto laterale alloggia un'ulteriore apertura che consente l'illuminazione naturale del presbiterio. Il campanile a vela, collocato sull'alzato frontale dell'edificio, presenta in sommità tre aperture ad arco a tutto sesto con altrettante campane.
Continua a leggereLa chiesa di San Bartolomeo si trova nell'omonima frazione del comune di Salò. Il fabbricato è a navata unica con copertura a capanna. Sul lato nord si trova una struttura adibita a battistero e la sacrestia. Sul lato sud, leggermente arretrato rispetto alla facciata, è stato costruito un corpo di fabbrica su due livelli, adibito ad abitazione. La facciata presenta in mezzeria il portale di accesso alla chiesa, contornato da eleganti rifiniture in massello di pietra lavorata, sovrastato da un oblò. Un secondo accesso collega la chiesa con i locali residenziali. La navata è divisa dal presbiterio tramite balaustra in pietra. L'altare maggiore si trova addossato alla parete absidale. Vi si accede tramite due gradini. La mensa è sorretta da un paliotto policromo, avente al centro i simboli della crocifissione. La pala è racchiusa in un elegante ancona dorata, con due caratteristiche colonne brune recanti, attorcigliati, motivi vegetali.
Continua a leggereLa chiesa di San Bernardo si trova a Serniga, frazione del comune di Salò. Il fabbricato presenta una pianta rettangolare di ridotte dimensioni. La facciata, avente registro unico con sommità a doppio spiovente, è caratterizzata dalla presenza di un piccolo portico in corrispondenza con il portale di accesso. Questo ultimo è in materiale lapideo, completo di stipiti ornati e architrave. Sopra di esso si trova una finestra rettangolare. Completa l'alzato, sul lato destro, un portico che ripara l'accesso laterale e, sul lato sinistro, un vano con accesso. I prospetti laterali alloggiano finestre che consentono l'illuminazione naturale dell'aula e del presbiterio. Il piccolo campanile a pianta quadrata presenta in sommità quattro aperture ad arco a tutto sesto e cornicione di coronamento.
Continua a leggere